L’ultima volta che ho patito pene d’amore (qui Giulia P), la mia reazione è stata quella di non tornare a casa per settimane: tra cene, eventi, gite fuori porta, passavo dal mio (all’epoca) monolocale in centro a Torino giusto per cambiarmi. Nel mondo pre-Covid la vita sociale mi permetteva di distogliere il pensiero dalla mia relazione appena finita, fornendomi molteplici svaghi e facendomi godere degli innumerevoli benefici della vita da single.
Nel momento in cui, quindi, mi sono trovata nuovamente a soffrire a causa di Cupido (in tempo di pandemia, a questo giro), ho fatto quello che tutti probabilmente avrebbero fatto nella mia situazione: ho affittato per 2.99€ Insonnia d’amore, il film del 1993 diretto da Nora Ephron con Tom Hanks e Meg Ryan, in cui si racconta la struggente storia tra l’insonne vedovo di Seattle Sam e la giornalista di Baltimora Annie.
Ora che la nostra vita sociale è ridotta a cene con coprifuoco o a lunghe passeggiate al freddo, circondarsi di prodotti culturali allegri e con happy ending mi ha aiutata a ritrovare il buon umore e a dimenticare per un po’ quello che mi affliggeva (anche un rewatch delle Le amiche della sposa può aiutare in questo senso).
Ma che siate con il cuore infranto o nel pieno dell’amore, in coppia o single, in gruppo, o semplicemente in casa senza idee su cosa guardare, in questa newsletter troverete tanti film romantici fuori dalle solite liste. Una serie di consigli che hanno preparato, per noi e per il nostro San Valentino, gli amici di Ricciotto, il podcast dedicato al cinema di Querty.
Buona lettura e buona visione!
Illustrazione di Valeria Santamaria per Senza rossetto
Film non romantici che lo erano
della redazione di Ricciotto
Matteo consiglia:
Roxanne di Fred Schepisi
Quella del Cyrano de Bergerac è una delle storie d’amore travagliato più famosa del mondo: qui leggete la sua versione più moderna e modernizzata, tra i consigli di Aldo. Io invece propongo un’altra sua versione, nel contesto di un’altra storia d’amore: quella che mi lega a Steve Martin. Ho visto i suoi film da bambino, non ricordo quale per primo, e sono rimasto affascinato e avvinto dalla sua recitazione, dalla sua corporeità, e all’epoca anche dalle voci italiane più importanti (Michele Kalamera e Cesare Barbetti). Martin sceneggiò Roxanne, una versione strampalata, stralunata, sognante dell’originale rostandiano (si dirà, “rostandiano”?).
Ero un ragazzino che passava il suo tempo a leggere libri e fumetti, guardare fino alla nausea gli episodi di Star Trek che registravo su videocassetta, col cuore che batteva per qualche compagna di classe (oggi non ricordo praticamente nessuno dei loro nomi): vedevo Steve Martin nella parte di un Cyrano allo stesso tempo goffo in amore per la sua Roxanne e straordinario pompiere (quasi una passione, per com’è mostrata nel film), e mi sembrava che non potesse esserci una rappresentazione migliore per la mia situazione. Non facevo il pompiere: sognavo l’Enterprise, ma ero un sognatore straordinario.
Beginners di Mike Mills
Prendi tre attori fuoriclasse come Ewan McGregor, Melanie Laurent e Christopher Plummer, li metti a dirigere una storia tratta dall’esperienza del regista Mike Mills e quello che ottieni è un film che con un’umiltà straordinaria ti accompagna fino al suo finale e ti fa piangere come un disperato. Il tema del rapporto padri e figli è delicato da molti anni, per me, e in Beginners ci sono tutte le cose che contano.
L’accettazione, la ricerca della felicità senza negare sé stessi, la riscoperta di sé, i nuovi inizi: 104 minuti fitti e raccontati con un’onestà e una pacatezza fuori dal comune. È la storia di come Oliver impara la vita dopo la morte del padre Hal: cinque anni in cui quest’ultimo ha potuto vivere pienamente la propria omosessualità dopo la morte della moglie. Roxanne lo so a memoria, Beginners l’ho visto poche volte, e adesso m’è venuta voglia di rivederlo.
Aldo consiglia:
L’altra metà di Alice Wu
Chiaramente ispirato a Cyrano de Bergerac, il film L'altra metà parla ovviamente d'amore, ma anche di immigrazione, amicizia e omosessualità: già solo il fatto che risulti garbato ed equilibrato è ragione di lode, perché quando metti così tanta carne al fuoco il rischio in agguato è di esagerare, oppure di perdere il fuoco della narrazione. L'aspetto più interessante è però un altro.
La quasi totalità delle commedie romantiche ruota attorno all'idea che felicità significa essere una coppia. La realizzazione di sé dipende dal trovare la persona giusta: altrimenti viviamo a metà, in cerca appunto di chi possa completarci. L'altra metà dice tutt'altro: la formazione di una coppia amorosa non è il traguardo supremo al quale tendere per dare un senso alla propria esistenza. Gli obiettivi primari sono la consapevolezza e l'accettazione di sé: solo dopo, eventualmente, ci sarà spazio per una relazione di coppia, se davvero è giusto per noi e quando sarà giusto per noi. Affermazione infinitamente più romantica dell’erigere un monumento al terrore di restare soli e all'incapacità di bastarsi, e poi chiamarlo amore.
Le Week-End di Roger Michell
Un giorno ti innamori, scopri che il sentimento è ricambiato, superi qualche ostacolo, inizia una vita di coppia... e poi basta, solitamente la storia è arrivata a conclusione: bacio, musica forte, fine. Le Week-End compie un'ellissi ideale, rispetto a tanto cinema romantico, e inizia qualche decennio più tardi per raccontare due anziani che stanno insieme da molto tempo. Poi fa due cose interessanti: intanto affida i ruoli protagonisti a Lindsay Duncan e Jim Broadbent, che giganteggiano. Soprattutto, mette in scena una quotidianità senza scossoni, senza malattie o incidenti o tradimenti o un qualunque altro evento narrativamente ingombrante che richieda uno sforzo eccezionale per essere superato. Saldamente ancorata alla vita vera, la trama, racconta di una coppia che deve compiere piccoli sforzi sparsi: per ritrovarsi e riconoscersi ogni giorno, per darsi nuovo slancio anche in assenza di eventi eccezionali che lo impongano, lo slancio. Per amare, insomma, in modo profondo e pieno e sincero.
Federica consiglia:
Un amour de jeunesse di Mia Hansen-Løve
In Un amour de jeunesse, la quindicenne Camille si innamora dell’affascinante Sullivan. Quando lui decide di lasciarla per trasferirsi in Sud America, Camille deve trovare il modo di superare il dolore della perdita del primo, grande amore.
Raccontando senza giudizi gli aspetti patetici, silenziosi e dolorosi dell’amore, Hansen-Løve spinge sull’acceleratore della sua dimensione totalizzante che non lascia via di fuga: Camille è bloccata nel ricordo di Sullivan, nel desiderio per lui, nonostante i chilometri tra loro e il tempo che passa; non riesce a uscirne, le prova tutte, arriva all’estremo. Allo stesso tempo però, ad Hansen-Løve non interessa la demonizzazione dell’amore o la moralizzazione consolatoria dei suoi tratti che ci risucchiano nei nostri vortici mentali, e ci mostra una Camille che sarà anche succube del suo passato, ma senza che questo non le impedisca di crescere, coltivare le sue passioni, realizzarsi (anche sentimentalmente) al di là di quel grosso buco nero che è il suo rapporto con Sullivan. Un amour de jeunesse esternalizza e “concretizza” tutte le emozioni così distruttive che associamo al primo amore, o all’amore in generale, che Hansen-Løve considera pietra d’angolo della vita e passaggio fondamentale di crescita per chi ha la (s)fortuna di viverlo a pieno.
Love Is Strange di Ira Sachs
Ben e George, dopo quasi 40 anni di insieme, decidono di sposarsi: ma George è insegnante di coro in una scuola cattolica, che lo licenzia non vedendo il suo matrimonio con Ben in linea con la condotta dell’istituzione religiosa. Venendo a mancare i soldi, Ben e George devono lasciare la loro casa e sono costretti a chiedere una mano alle loro famiglie, che li ospitano separatamente in attesa di una nuova sistemazione.
Love Is Strange ha il pregio di mettere in campo molti conflitti (la condotta della chiesa cattolica, un brusco cambio di stile di vita, le sfumature dei rapporti familiari) e trattarli facendoceli vivere attraverso gli occhi delicati e consapevoli dei due protagonisti. Ben e George in una vita insieme hanno costruito tanto, e Sachs sembra più interessato a mostrarci come il sentimento amoroso sia una rete che cresce e si sviluppa, che a focalizzarsi sui conflitti come scopo ultimo del racconto. E non a caso infatti ci mostra una relazione vista dall’estremo che il cinema di solito tocca poco, cioè quello finale, che si ferma sui i momenti di umanità e gioia che i protagonisti si sono costruiti con pazienza, perseveranza e semplicità.
Ricciotto è un podcast di Querty. Un paio di volte a settimana si parla di cinema con Aldo Fresia, Federica Bordin e Matteo Scandolin. Analisi ragionate, pareri spassionati, partigianerie dichiarate, gatti che saltano ovunque. Dicono di se stessi: «Facciamo critica cinematografica, come va fatta. Il nostro manifesto è contenuto nella puntata numero 100 di Ricciotto, in cui abbiamo sviscerato tutti gli aspetti della questione».
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Il primo appuntamento è per domenica 7 febbraio alle 17:00. Non mancate! E se avete domande, curiosità o libri da consigliarci, rispondete a questa mail o contattateci sui social.
Questi alcuni dei libri di cui parleremo domenica:
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