Mentre prepariamo l’albero di Natale, ci sembra incredibile che questo 2023 sia quasi giunto al termine. Non siamo ancora pronte a fare i conti con l’anno appena trascorso: sono tante le cose che vorremmo cambiare e le notizie che ci hanno fatto arrabbiare. Per cui abbiamo deciso di distrarci, cercando di raccogliere alcuni dei prodotti culturali che più ci sono piaciuti di questi 12 mesi. Abbiamo selezionato film, album, serie tv, libri, podcast e mostre, che raccontano donne diverse dalla narrazione abituale. Sono donne arrabbiate, complicate, sopravvissute. Esempi di storie che ci hanno fatto piangere e che ci hanno dato sguardi nuovi.
Da sempre, crediamo nel potere della cultura. Nell’importanza di diffondere storie e voci, e quelle femminili, di voci, sono spesso state relegate in angoli più bui. Non hanno trovato posto in libreria o hanno fatto fatica a essere distribuite nei cinema. Quando siamo arrabbiate e ferite, quello che preferiamo è immergerci nelle storie: leggere di chi ha saputo fare meglio di noi e trovare conforto in chi ci ha precedute.
Di seguito troverete, quindi, qualche consiglio di visione e lettura. Ci risentiremo intorno a Natale per una piccola sorpresa per tutte le persone abbonate a questa newsletter, mentre gli invii torneranno regolari a partire da gennaio.
Intanto, vi ringraziamo per averci accompagnate fino a qua e vi auguriamo buone feste!
Una scena tratta dal film Piccole donne di Greta Gerwig
2023, il nostro best of
the record - boygenius
boygenius sono Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus, tre tra le cantautrici contemporanee più apprezzate da critica e pubblico. Nella primavera del 2023 è uscito il primo album di questa superband che prende il nome dall’esperienza condivisa di essere etichettate come musiciste donne — neanche si trattasse di un genere — in un mondo in cui invece gli uomini sono considerati (e spesso si autodefiniscono) geni artistici. Una sottomissione gerarchica delle donne socialmente accettata anche nell’arte, dèi contro muse ispiratrici: non a caso le tre nella bellissima Not Strong Enough cantano «Always an angel, never a god». L’album è un flusso che intreccia il racconto di esperienze vissute (amori finiti, amicizie passate, adolescenze complicate) e le riflessioni esistenziali e politiche delle tre autrici, che si incontrano, si scambiano e si sovrappongono pur mantenendo chiare le proprie identità. Le dodici canzoni che lo compongono sono ricche di riferimenti letterari (in più occasioni Baker, Bridgers e Dacus hanno raccontato come il loro sodalizio si basi anche sulla condivisione di consigli di lettura) e tre dei videoclip realizzati (condensati in un cortometraggio intitolato the film) sono stati diretti da Kristen Stewart. the record è molto più di un album, è una narrazione raffinata e stratificata — a tratti introspettiva, a tratti dimostrativa — della sorellanza e dell’arte fatta dalle donne.
L’impostore - Zadie Smith (Mondadori)
Zadie Smith, una delle voci più importanti della sua generazione (è nata nel 1975 nel Regno Unito da padre inglese e madre giamaicana), firma infine il romanzo storico che ha sempre evitato di scrivere, come ha raccontato in un articolo pubblicato sul New Yorker. L’impostore, pubblicato in Inghilterra a fine estate 2023 e arrivato in Italia in autunno con la traduzione di Dario Diofebi per Mondadori, è ambientato nell’Ottocento e prende le fila da un processo che appassionò e divise l’opinione pubblica dell’epoca, noto come “il caso Tichborne”. Il processo, realmente avvenuto, vide un semplice macellaio spacciarsi per l’unico erede della ricca famiglia Tichborne, sostenuto dall’ex-schiavo di origini giamaicane Andrew Bogle. La narratrice interna del romanzo è Eliza Touchet, governante del cugino acquisito William Ainsworth, romanziere di grande successo ormai caduto in disgrazia. Eliza è una donna colta e spiritualmente libera, cresciuta negli ambienti letterari del cugino, ma frequentando Sarah, la giovane e frivola seconda moglie di William, si appassiona (e ossessiona) al caso mediatico che sta scuotendo la società vittoriana dell’epoca, attratta in modo particolare dalla figura dell’ex-schiavo Bogle. Oltre a illuminare una riflessione metaletteraria, lo sguardo di Smith scandaglia in modo impietoso la società del tempo nei suoi aspetti più problematici e ancora oggi irrisolti: le radici dei populismi, l’appropriazione culturale e il nostro passato colonialista, i limiti del concetto occidentale di libertà e quello di verità.
Figlie - Sara Poma (disponibile su RaiPlay Sound)
Argentina 1978, Silvia è un’architetta di 35 anni dissidente politica che si oppone alla dittatura. Una notte viene sequestrata dai militari insieme alla sua bambina di soli due anni, Sofia. Poco dopo il sequestro, Sofia viene riconsegnata ai nonni, mentre Silvia diventa una degli oltre trentamila desaparecidos che non sono mai più tornati. Nel 2022, Sofia incontra a Milano la podcaster Sara Poma, anche lei orfana di madre da quando era molto giovane. Mentre le due scoprono un’amicizia, nata anche dall’urgenza condivisa di raccontare il lutto e di ricostruire la memoria delle proprie madri, intraprendono un viaggio che le porterà fino in Argentina. Figlie è una serie podcast in sei puntate, prodotta da Chora Media e disponibile gratuitamente su RaiPlay Sound; scritta e raccontata da Sara Poma insieme a Sofia Borri, è una storia commovente, in cui il lutto diventa seme di legami profondi che germogliano tra generazioni diverse di donne attraverso lo spazio e il tempo.
Women Talking. Il diritto di scegliere - Sarah Polley (disponibile su Prime Video)
Women Talking. Il diritto di scegliere è il film di Sarah Polley, disponibile su Prime video, vincitore di un Oscar 2023 per la Sceneggiatura non originale. Si tratta, infatti, dell’adattamento cinematografico del libro Donne che parlano di Miriam Toews (edito da Marcos y Marcos). La storia parte da un fatto reale: nel 2011, in una colonia mennonita boliviana, le donne scoprono di venir regolarmente narcotizzate e stuprate dagli uomini della comunità (e quindi i loro mariti, fratelli, vicini di casa…). Inizialmente viene fatto loro credere di essere vittime di uno spirito maligno, fino al momento in cui uno degli aggressori viene colto in flagrante. Scoperta la realtà dei fatti, per queste donne non rimane che prendere una decisione per il loro futuro: raccolte in un fienile, inizia un dialogo tra di loro per trovare una scelta condivisa. Non fare niente. Restare e combattere. Andarsene. Al centro c’è la voce delle donne: dopo questi atti violenti, nessuna di loro è più la stessa e ciascuna ne affronta le conseguenze a proprio modo. Ed è nel confronto, nella sorellanza e nella consapevolezza che troveranno la loro forza. Nel cast ci sono Frances McDormand, anche produttrice del film, Claire Foy, Rooney Mara, Jessie Buckley e Ben Whishaw.
Fleishman a pezzi - creata da Taffy Brodesser-Akner (disponibile su Disney+)
Tratta dal bestseller omonimo di Taffy Brodesser-Akner (edito in Italia da Einaudi), questa miniserie in 8 episodi, disponibile su Disney+, racconta di Toby, un medico sulla quarantina, pronto a rifarsi una vita dopo la fine del suo matrimonio. Tutto per lui sembra andare per il meglio, almeno fino a quando la sua ex moglie Rachel non decide di scomparire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. È qui che le cose per lui si complicano, perché da tenere in equilibrio ci sono il lavoro, i Tinder date e la gestione dei suoi due figli. La serie è narrata dalla voce di Libby, una vecchia amica di Toby che si è trasferita in periferia dopo aver messo su famiglia e che non nasconde la sua nostalgia per la vita perduta in città. Libby è un contraltare rispetto alla scomparsa Rachel, da sempre donna ambiziosa e arrampicatrice sociale dell'Upper East Side. Saranno queste due donne così diverse a incontrarsi e ritrovarsi, a dare una risposta alla crisi, attraverso gli strumenti della satira e della compassione. Dentro ci sono tanti temi diversi: dal burnout alla depressione post-partum, dalla violenza ostetrica, alle relazioni nate sulle app d’incontro, alla paura di diventare adulti. E gli attori principali sono Jesse Adam Eisenberg, Claire Danes, Lizzy Caplan e Adam Brody.
Women in Revolt! - A cura di Linsey Young (Londra)
Se passate da Londra, fino al 7 aprile, al Tate Britain si può visitare la mostra Women in Revolt! Art and activism in the UK 1970-1990. Una collezione di opere di oltre 100 artiste e collettivi, legate dalla battaglia femminista di rivendicazione dei diritti delle donne: a partire dagli anni ‘70, infatti, nel Regno unito furono molte le donne che usarono l’arte, la pittura, la fotografia e la performance per manifestare contro le ingiustizie. Dai diritti riproduttivi, alle leggi per la parità di retribuzione, al tabù delle mestruazioni, al congedo di maternità (che divenne universale per le donne inglesi solo nel 1993, prima di questa data le lavoratrici incinte potevano essere licenziate). Fino alla battaglia della comunità LGBTQI+ e la formazione del British Black Arts Movement. «Il punto di partenza sono un gruppo eterogeneo di donne che si arrabbiano, rispondono e si ribellano», ha detto la curatrice della mostra, Linsey Young, spiegando anche come le artiste fossero fuori dal circolo “maschile” dell’arte contemporanea: «La maggior parte di loro non si aspettava che le istituzioni prestassero attenzione, quindi dovevano semplicemente trovare il modo che ciò accadesse».
A presto,
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