Bentornate e bentornati alla newsletter di Senza rossetto! Speriamo che il vostro anno sia cominciato nel migliore dei modi, tra molti libri e qualche buon proposito.
Come ormai è tradizione, la prima newsletter dell’anno è affidata a Ludovica Lugli, giornalista de Il Post, che ormai avete avuto modo di conoscere grazie al suo instancabile impegno nella nostra challenge #nonununicastoria.
Durante tutto il 2021 abbiamo letto molti libri di autori e autrici provenienti da tantissimi Paesi nel mondo (qui potete rivedere l’ultima diretta in cui abbiamo anche tirato un po’ le somme finali). Un’avventura impegnativa, ma davvero arricchente. Soprattutto perché non siamo mai state sole: sono diverse le persone che hanno accettato la nostra sfida e hanno partecipato attivamente alla challenge. Con loro ci troveremo domenica 16 gennaio alle 18, in una Zoom call, per raccogliere suggestioni, consigli di lettura, feedback e salutarci dopo questa nostra piccola impresa (se volete partecipare, rispondete a questa mail e vi daremo tutte le istruzioni!).
La challenge finisce e non finisce. Evolverà, cambierà forma in questo nuovo anno. E speriamo che vogliate proseguire questo viaggio in mezzo a tante buone letture insieme a noi.
A presto!
Kate Isenberg per il New Yorker
«Mi dai un bel libro da leggere?»
di Ludovica Lugli
La signora Dalloway disse che i fiori li avrebbe comprati lei.
(…) Si irrigidì appena sul marciapiede, aspettando che passasse il furgone di Durtnall. Una donna affascinante, pensò di lei Scrope Purvis (che la conosceva come ci si conosce tra vicini a Westminster); somigliava a un uccello, a una gazza verde-azzurra, esile, vivace, malgrado avesse più di cinquant’anni, e le fossero venuti tanti capelli bianchi dopo la malattia. Se ne stava posata lì, senza neppure vederlo, in attesa di attraversare la strada, ben diritta.
Quando si vive a Westminster – da quanti anni ormai? più di venti – anche in mezzo al traffico, o svegliandosi di notte, Clarissa non aveva dubbi, prima dei rintocchi del Big Ben si sentiva un silenzio particolare, una speciale solennità, un indescrivibile arresto, una sospensione (ma forse era semplicemente il suo cuore, indebolito, dicevano, dall'influenza). Ecco! Rimbombò forte.
Anche noi, nonostante tutto, siamo nella fase in cui usciamo a comprare i fiori. Lo sapevate che la signora Dalloway aveva avuto l’influenza spagnola? E che la sua scelta di uscire per fare acquisti era legata all’ormai avvenuta guarigione? Io no. Quando lessi il romanzo di Virginia Woolf al liceo non ero sicuramente sveglia abbastanza per collegare l’influenza citata nella seconda pagina, e il fatto che la trama si svolga nel 1923, con la famosa pandemia del 1918. Ora vorrei usare quell’incipit strepitoso come una specie di esergo per questo nuovo anno.
E magari rileggere tutta La signora Dalloway.
Qualcuno lo ha fatto in uno dei tanti gruppi di lettura che sono nati negli ultimi due anni e che – insieme a un nuovo tipo di rapporto con i reggiseni – mi sembrano una delle cose più interessanti, in senso positivo, che sono successe da quando il mondo è diventato quello che è oggi. I club del libro esistevano anche prima del coronavirus, ma i lockdown hanno creato una nuova dimensione sociale alla lettura. Prima l’espressione social reading si riferiva soprattutto alle condivisioni di post dedicati ai libri sui social, e al seguire bookinfluencer: attività che tutto sommato restano un po’ a senso unico. Soprattutto se paragonate alle chiacchiere a voce di un ristretto gruppo di persone che hanno letto uno stesso romanzo contemporaneamente.
Per me i gruppi di lettura sono la soluzione a quello che ho soprannominato “problema sociale della lettura”, una situazione che affligge le lettrici forti fin dall’infanzia: trovare qualcuno con cui parlare dell’ultimo libro letto. La lettura è ovviamente e inevitabilmente un’attività solitaria, ma per una lettrice appassionata non c’è nulla di più soddisfacente di parlare con qualcuno del romanzo appena terminato, che sia per criticarlo o insultare un personaggio, cercare di risolvere un dubbio o confrontare interpretazioni, ma soprattutto per condividere entusiasmi. Trovare quel qualcuno però è difficile, quasi più difficile che trovare qualcuno con cui fidanzarsi e andare a vivere insieme. Intanto perché le lettrici sono una percentuale ridotta della popolazione, una bolla, e poi perché anche se si è così fortunate da frequentare altre persone che leggono nella vita di tutti i giorni, solo in rari casi si finisce a leggere la stessa cosa contemporaneamente. Perché ci sono troppi libri: ne scriviamo da millenni e ogni mese ne arrivano di nuovi, molti più di quelli che si potrebbero leggere in una vita intera.
Il risultato è che i libri sono come i sogni: non c’è nessuno che vuole starti ad ascoltare mentre ne parli. Tranne tua madre, che infatti molto spesso ti chiede: «Mi dai un bel libro da leggere?».
Anche io sono entrata in un bookclub con la pandemia. Più di uno, a dire il vero. Il primo è in realtà un gruppo di WhatsApp che ho insieme a sei amiche (due sono le Giulie): nell’aprile del 2020 abbiamo cominciato a parlare del terzo romanzo dell’Amica geniale, che avevamo deciso di recuperare dopo aver visto la seconda stagione della serie, poi abbiamo continuato col quarto, per passare infine ad altri libri. Prima una volta alla settimana, poi più di rado, quando è ricominciata la vita fuori di casa, ci sentivamo per parlare di quello che avevamo letto fino a quel punto – oltre che di un sacco di altre cose.
Negli ultimi mesi abbiamo letto meno insieme: siamo troppo democratiche (non riusciamo a metterci d’accordo su cosa leggere con convinzione condivisa) e troppo indisciplinate (non rispettiamo quasi mai le date entro cui aver finito la lettura). Non importa, anche il social reading può avere i suoi alti e bassi. Nel frattempo ho consigliato quasi tutti i libri che abbiamo letto a mia madre, creando una specie di succursale del club. E così hanno fatto le altre: le nostre madri, senza saperlo, si sono trovate a far parte di una specie di bookclub parallelo. A volte non sono affatto d’accordo con noi.
L’altro club del libro di cui faccio parte invece è nato su Instagram ed è fatto di persone che perlopiù non conosco fuori dai social. È nato per parlare del nuovo romanzo di Sally Rooney, si svolge in una chat di Telegram e poi in incontri a distanza su Zoom. Parlare di libri con le amiche è bello ma è stimolante anche farlo con persone estranee, che possono avere giudizi e visioni del mondo inaspettate.
Un po’ è successa la stessa cosa quest’estate, quando in un pomeriggio, in un parco milanese, io e le Giulie abbiamo chiacchierato con alcune delle persone che hanno partecipato all’esperienza di social reading di Senza Rossetto del 2021: #nonununicastoria.
Un anno fa ci siamo sfidate ad ampliare geograficamente le nostre letture, scegliendo libri di autrici, autori e autorə provenienti da paesi diversi da quelli che conosciamo di più – l’Italia, gli Stati Uniti e il Regno Unito, nel mio caso – per scoprire storie e voci diverse. È stata un’esperienza molto bella, un gran successo, e spero che l’abitudine a cercare letture inconsuete mi resti anche nel nuovo anno. Per il 2022 però abbiamo pensato a qualcosa di diverso: non più una challenge, ma un bookclub, il bookclub di Senza Rossetto.
Ti andrebbe di farne parte?
Per organizzarlo abbiamo messo insieme un piccolo sondaggio (sono quattro domande) che trovi a questo link.
Ludovica Lugli è nata a Modena nel 1991 ed è una redattrice del Post. Le piace molto leggere. Su Twitter la trovate come @Ludviclug, su Instagram come @ludoviji.
Cose belle che abbiamo letto in giro
Ci sono i primi studi sulla correlazione tra vaccino anti-covid e disturbi mestruali.
E anche degli effetti della pandemia sul mercato dei preservativi.
Cosa si dice del film Il potere del cane di Jane Campion, che ha appena vinto il Golden Globe per la miglior regia.
Peraltro, agli ultimi Golden Globe l’attrice Mj Rodriguez è entrata nella storia come prima donna trans a vincere un premio.
Finalmente è arrivata la nuova stagione di Euphoria.
Dal Post: una storia della risata femminile.
Perché alcune persone non trovano mai un partner? Prova a rispondere il filosofo Alain De Botton.
In Corea del Sud c’è un fronte antifemminista molto forte.
Una riflessione di Sofia Torre sulla facile equivalenza tra libertà sessuale personale e progresso sociale a partire dal saggio Fare la rivoluzione ai tempi di Pornhub di Natasha Lennard.
Qualche libro da non perdere: Verso il paradiso, il nuovo romanzo di Hanya Yanagihara; Corpi celesti di Jokha Alharthi e A New York con Patti Smith di Laura Pezzino.
Leggere Anne Frank in quarantena.
A presto,
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