L’educazione sessuale e l’approccio al sesso degli adolescenti è un tema che occupa sempre più spazio nel mondo dell’audiovisivo contemporaneo. Di recente, per esempio, è finita una delle serie di maggiore successo della storia della piattaforma Netflix: Sex Education, che nella quarta e ultima stagione ha traghettato i suoi protagonisti verso il mondo adulto, portandoli a confrontarsi con temi più complessi, più oscuri e più profondi di quelli trattati nelle stagioni precedenti.
Se il risultato è meno riuscito e più confusionario rispetto al solito (gli sceneggiatori mettono in campo troppi personaggi, finendo col trattare alcune story line in modo molto superficiale), è vero che la quarta stagione di Sex Education ci ricorda che la vita non è tutta a colori pastello come l’immaginaria cittadina di Moordale, che diventare grandi costa fatica, e significa accettare il dolore, il distacco, l’imperfezione; che, anche se possono essere delle grandi armi a nostra disposizione, non tutto si risolve con l’onestà e un sorriso. Che quando hai sedici anni il sesso è spesso brutto, insoddisfacente, traumatico, e questo può farci sentire sole e soli.
È proprio per scongiurare questa solitudine che la regista inglese Molly Manning Walker ha deciso di girare il film che l’ha portata alla vittoria nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes: How to Have Sex. La nostra Giulia P. l’ha incontrata alla Festa del Cinema di Roma dopo aver visto il film, di cui scrive nella newsletter di oggi.
Buona lettura!
Una scena del film How to Have Sex
How to Have Sex: il peso della verginità quando hai 16 anni
di Giulia Perona
Tre adolescenti britanniche vanno in vacanza a Malia, sull’isola di Creta, per quella che dovrebbe essere l’estate più bella della loro vita. Tra alcol, divertimento e, soprattutto, sesso. Anche perché una di loro, Tara, è ancora vergine e non vede l’ora di “liberarsi” di questa verginità. Comincia da qui il film di Molly Manning Walker, How to Have Sex, un piccolo gioiello che abbiamo scoperto al Festival di Cannes e che in questi giorni è passato anche dalla Festa del Cinema di Roma, nel cartellone di Alice nella città (sarà poi distribuito al cinema a inizio 2024, per arrivare successivamente su MUBI). Se le premesse sono quelle di una pellicola teen delle più classiche, il risultato è uno spaccato intimo, che parla di consenso, consapevolezza e pressioni sociali.
Una volta arrivate sull’isola, Tara (interpretata da Mia McKenna-Bruce), Skye (Lara Peake) ed Em (Enva Lewis) fanno ciò che molti ragazzi e ragazze della loro età hanno sperimentato prima di loro: le vediamo dormire fino a tardi, fare nottata alle feste, ubriacarsi, flirtare con i loro compagni di hotel, Badger (Shaun Thomas) e Paddy (Sam Bottomley). In pratica, divertirsi e godersi i loro 16 anni. C’è, ovviamente un “ma”, anch’esso legato a esperienze in cui è facile rivedersi: l’amica invidiosa che fa battute velenose, la difficoltà di ammettere i propri sentimenti e desideri per paura di essere giudicati, il “brutto sesso” e anche qualcosa di più, un trauma che potrebbe cambiare tutto. Quello che Walker fa, però, non è cercare vittime e carnefici, ma mostrare piuttosto il logoramento dei personaggi: nessuno riesce a fare davvero quello che vuole. Resta una piccola speranza finale: un’amica al nostro fianco, pronta a prenderci la mano per farci sentire meno sole.
How to Have Sex è valso a Walker la vittoria nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, quella dedicata a registi esordienti o a pellicole particolarmente innovative. Questa trentenne tutto si aspettava, tranne la vincita: mentre il suo nome veniva annunciato, lei stava rientrando in fretta e furia da un viaggio di lavoro. È salita sul palco in tenuta da jogging, maglietta e pantaloncini, per ritirare l’ambito premio: «L'intera esperienza è stata di una bellezza pazzesca. Ora non vedo l’ora di vedere il film in giro per il mondo». Cosa che sta effettivamente accadendo. «Una delle cose che mi interessavano di più era raccontare quanto pesa il concetto di verginità quando hai 16 anni - ci ha spiegato Walker, incontrata durante il suo passaggio a Roma - Quanto possa diventare una questione enorme per una giovane donna».
Tra le particolarità di questa pellicola, che vanta anche una gran colonna sonora, c’è la ricerca che la regista ha svolto prima delle riprese: «Uno dei nostri finanziatori ci ha detto che forse non c’era bisogno di fare questo film, perché nel mondo si parla già abbastanza di consenso - prosegue Walker, - per cui abbiamo organizzato dei workshop, dei focus group, in giro per il Regno Unito. Abbiamo fatto leggere la sceneggiatura e indagato il rapporto che ragazze e ragazze, tra i 16 e i 20 anni, hanno con la sessualità». Le reazioni, spiega, sono state «molto diverse tra uomini e donne. C’è stato chi ha detto: “Ma lei non ha mai detto di no chiaramente”, oppure cose come: “Se non voleva problemi, non avrebbe dovuto ubriacarsi così tanto”. Abbiamo quindi capito quanto fosse importante fare un film del genere».
How to Have Sex nasce dall’esperienza della stessa Walker, anche quando parla di trauma. Nel 2020 la regista aveva già partecipato al festival di Cannes, nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, con il cortometraggio Good Thanks, You?, nel quale raccontava di una violenza subita. «Avevo 16 anni e mi sentivo come se nessun altro potesse capirlo. Quando ne parlavo, mi sembrava che non ci fosse più aria nella stanza - prosegue, - Poi ho incontrato una donna anziana, che mi ha detto: “Perché tu lo sappia, è successo anche a me”. Questa confidenza ha cambiato completamente la mia vita. Ho capito che sarei stata bene, che non ero sola. In quel momento ho avuto la certezza di quanto sia importante condividere quello che mi è accaduto. Perché nessuna possa mai più sentirsi sola».
Cose belle che abbiamo letto in giro
Porno di Polly Barton (La Tartaruga, 2023) è una riflessione sul modo in cui usufruiamo e parliamo della pornografia a partire da diciannove interviste che l’autrice (scrittrice e traduttrice inglese) ha condotto ad amiche, amici e conoscenti. È anche il libro di cui parleremo il 29 novembre alla libreria Verso di Milano per l’ultimo appuntamento del 2023 del nostro bookclub (qui per acquistare il libro e partecipare, anche in collegamento da remoto). Spinte dall’esperimento di Barton e sperando di trarne spunto per la nostra conversazione, abbiamo preparato un questionario online in cui, se vi va e in maniera del tutto anonima, potete rispondere ad alcune delle domande che l’autrice pone nelle sue interviste. Si compila qui.
Lo scorso 24 ottobre migliaia di donne islandesi hanno scioperato contro la disparità salariale e le violenze di genere, costringendo scuole, negozi, banche e molte altre attività a restare chiuse. Era già successo in passato.
Tutto quello che c’è da sapere sul libro di Britney Spears.
Di cosa vogliono avere paura le donne? Desiderio femminile e appetiti mostruosi nelle serie Yellowjackets e Swarm.
Le storie di chi ha scelto il genere non binario sulla carta di identità in Argentina.
Il 24 ottobre 2023 è stata pubblicata l'edizione aggiornata dell'Indice Europeo di Parità, rilasciato dall'Agenzia Europea per l'Uguaglianza di Genere (Eige): in generale i dati sono positivi, ma non per l’Italia.
Cos’è Queering the map, il sito dove la comunità LGBTQI+ condivide i propri posti del cuore e che in questi giorni sta ricevendo particolare attenzione per alcuni messaggi dalla Striscia di Gaza.
Il 26 settembre di cinquant’anni fa moriva Anna Magnani: su Jacobin Italia Stefania Carpiceci ne fa un ritratto a partire dagli abiti di scena che indossò in Roma città aperta.
Io non scendo. Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano: all’interno del Festival della Fotografia di Bergamo, una mostra curata da Laura Leonelli celebra la disobbedienza femminile.
Viscerale e spirituale, oracolare e trasparente: è uscito Bluets di Maggie Nelson per le edizioni Nottetempo.
A presto,
Vuoi darci una mano?
Senza rossetto è un progetto a budget zero. Tutto il lavoro dietro al nostro podcast e a questa newsletter è volontario e non retribuito, ma è un lavoro che richiede molte forze e anche qualche soldo. Se vuoi aiutarci a sostenere le spese di produzione, incoraggiarci o anche solo offrirci una caffè puoi farlo attraverso PayPal usando la mail info@senzarossettopodcast.it, oppure puoi impostare una donazione ricorrente sul nostro profilo Patreon. Ogni aiuto sarà per noi prezioso, quindi grazie!
Seguici!
Il nostro sito è senzarossettopodcast.it, ma ci trovi anche su Facebook, Instagram e Twitter.
Se invece hai idee da proporci, suggerimenti da darci, segnalazioni da fare (anche queste, per noi, sono importanti) scrivici all'indirizzo info@senzarossettopodcast.it. E se questa newsletter ti è piaciuta, girala ai tuoi amici!