Gli unici ricordi che ho di una lezione di Educazione Sessuale risalgono forse alla terza media (o forse prima, ma sicuramente alle scuole medie). Nella mia mente (qui Giulia C.) era un pomeriggio d’estate, tutti seduti in cerchio nel centro della classe e qualcuno - un consulente esterno alla scuola, suppongo - che ci spiega l’anatomia degli organi sessuali. Questo è un pene, questa è una vagina. Forse, al massimo, questo è un preservativo e serve per non rimanere incinta e per non trasmettersi le malattie.
Ci sono tante cose strane in questo ricordo: il primo è che fosse pomeriggio e che facesse un caldo attribuibile a un pomeriggio di piena estate. Ricordo addirittura le tapparelle leggermente abbassate per respingere il calore. Ma io non andavo a scuola di pomeriggio, alle medie, e sicuramente non andavo a scuola d’estate. Probabilmente la mia memoria mi gioca qualche scherzo. Poi c’è il fatto che io e i miei compagni fossimo alle medie, e che quella fosse per tutti la prima lezione “ufficiale” di Educazione Sessuale. Ma quello non è un ricordo distorto, quella è la realtà della scuola italiana, in cui non esiste un programma ministeriale che regoli e renda obbligatoria l’Educazione Sessuale e Affettiva nelle scuole. Anzi, devo ritenermi fortunata, se a un certo punto qualche professoressa particolarmente propositiva ci ha permesso di fare quella - seppur banale, un po’ scarna e un bel po’ in ritardo - lezione.
Insomma, avrete capito che in questa newsletter si parla di Educazione Sessuale. Sono passati diversi anni da quel “pomeriggio d’estate”, e io e i miei coetanei siamo ormai più vicini al momento in cui dovremo spiegare ai nostri figli come nascono i bambini che a quello in cui avremmo dovuto essere edotti su questi temi, quindi oggi Paola Bortoletto e Alice De Candia ci dispenseranno qualche consiglio.
Paola e Alice hanno da poco dato vita a Tabù e marmellata, un progetto di divulgazione e di educazione sessuale nel mondo dell’infanzia. Qui mettono in fila qualche ingrediente per iniziare a parlare di sessualità e sentimenti in tenera età.
Un piccolo disclaimer: in accordo con Paola e Alice in questa newsletter abbiamo deciso di utilizzare lo schwa per rendere il linguaggio il più inclusivo possibile, data la delicatezza dei temi trattati. Se non lo conosceste, lo schwa è questo simbolo fonemico “ə”, che indica una vocale intermedia tra la “a” e la “e”, e che in certi contesti si sta iniziando a utilizzare nella lingua scritta per identificare il genere neutro (è una delle tante possibilità, insieme all’asterisco, alla “u” e a molte altre). Abbiamo adottato la regola che vorrebbe la scrittura “ə” laddove si parla di un soggetto al singolare e la scrittura “3” per il soggetto plurale. Se volete saperne di più sull’uso dello schwa e sul linguaggio inclusivo, vi consigliamo questo articolo di Alice Orrù.
Illustrazione di Tabù e marmellata per Senza rossetto
Ricette di Educazione Sessuale per genitori
Di Paola Bortoletto e Alice De Candia
Quando pensiamo a una lezione di Educazione Sessuale spesso immaginiamo la classica scenetta da commedia americana: adolescent3 annoiat3, contraccettivi, e molto, molto imbarazzo. In realtà (e per fortuna), l’Educazione Sessuale moderna si sta muovendo in direzioni diverse.
La sessualità, infatti, è stata riconosciuta dall’OMS come “potenzialità positiva dell’essere umano”, garantendo all’Educazione Sessuale l’obiettivo di trasmettere i corretti riferimenti scientifici e valoriali per creare un ambiente favorevole alla scoperta e allo sviluppo dell’identità sessuale di lə bambinə.
Non operando più solamente in ottica preventiva e contraccettiva, l’Educazione Sessuale odierna accompagna tutto il percorso di crescita de3 giovan3 (fin dall’età infantile) affrontando tematiche diverse, ma tutte ugualmente valide alla realizzazione del sé: il corpo umano, la riproduzione, le emozioni, le relazioni, la salute, i diritti e le influenze sociali e culturali presenti nel contesto di appartenenza.
Questo atto formativo risponde al diritto di ciascunə di essere informatə e educatə sui differenti aspetti della realtà circostante, compresa la sessualità: nelle sue componenti biologiche, ludiche, sociali, affettive e riproduttive.
L’Italia, purtroppo, non sembra ancora dedicare la giusta attenzione a queste tematiche. Siamo, infatti, tra i sei stati europei (Italia, Cipro, Lituania, Bulgaria, Polonia e Romania) che non hanno ancora inserito l’Educazione Sessuale come disciplina obbligatoria all’interno dei programmi scolastici, facendo così vacillare il patto di corresponsabilità educativa che sussiste tra scuola e famiglia, dove si garantisce la totale collaborazione per offrire il miglior diritto all’istruzione possibile.
Poiché le famiglie non vengono adeguatamente formate per supportare la crescita sessuale-affettiva di lə bambinə, abbiamo pensato di lasciarvi alcuni consigli “facili e veloci” per comporre la vostra personalissima ricetta di Educazione Sessuale: questi ingredienti renderanno dolcissimi anche i peggiori tabù!
1) Non è mai troppo presto!
Lə bambinə è un essere sessuato: nasce con domande, quesiti e curiosità riguardanti la propria e l’altrui identità, corporeità, affettività ed emotività. Per questo, è necessario introdurre conversazioni autentiche e positive su queste tematiche fin dall’infanzia e adattarne il contenuto in base all’età e allo sviluppo pedagogico dell’interlocutore. Vi suggeriamo una buona pratica: domandate a lə bambinə cosa spinge il suo interesse o quali informazioni già possiede, così da individuare facilmente quali concetti ed espressioni meritino un approfondimento... senza dire troppo o troppo poco!
2) Un tabù al giorno...
L’Educazione Sessuale è un processo continuativo: aboliamo le lezioncine sull’utilizzo dei contraccettivi (spesso fatte troppo tardi!) in favore di piccole riflessioni quotidiane. È importante ricordare che lə bambinə apprende in modo olistico: attraverso tutto il corpo e tutti i sensi. Utilizzate gli spunti dell’ambiente circostante per affrontare temi e valori che vi stanno a cuore: sfruttate un personaggio dei cartoni molto amato, la gravidanza di unə amicə o un libro sul corpo umano per parlare di genere, di nascita, di relazioni e di corpi non conformi allo standard. Non abbiate paura di sollevare tematiche impegnative, potrete sempre approfondirle in un secondo momento.
3) Ogni cosa ha il suo nome
Non esiste un modo corretto o un modo errato di parlare di sessualità: chi meglio di voi conosce le capacità e gli interessi di vostrə figliə? Ci sentiamo di darvi un unico consiglio: adoperate (quando possibile) la terminologia scientificamente corretta. Chiamare gli organi genitali con il proprio nome, come pene e vulva, permetterà a lə bambinə di conoscersi senza vergogna, comunicando eventuali sensazioni o contatti spiacevoli senza confusione, tabù o paura. Questo non solo garantirà uno sviluppo libero e consapevole, ma offrirà una solida base di prevenzione dalle situazioni di abuso.
4) Siate inclusiv3!
Ricordate che l’obiettivo dell’Educazione Sessuale è quello di formare una società equa e giusta, improntata alla tutela, alla valorizzazione e alla rappresentazione di tutt3. Al giorno d’oggi, è fondamentale includere persone, identità e culture diversificate nelle narrazioni che proponiamo a lə bambinə. Un esempio? Parlate di famiglie omogenitoriali e poliamorose, genitori single e secondi matrimoni quando affrontate le tematiche dell’amore, della genitorialità e della famiglia, adoperando sempre un linguaggio positivo e non giudicante.
5) Dite sempre la verità (anche a voi stess3)
Spesso parlare di sessualità non è un atto spontaneo. Noi tutt3 possediamo uno schema di riferimento che influenza il modo in cui viviamo il nostro corpo, le nostre relazioni e la nostra affettività. È necessario provare empatia con il proprio vissuto esperienziale e tramandare quei valori che identifichiamo come positivi, costruttivi e significativi alle persone che ci stanno accanto. Conoscere i vostri limiti vi permetterà di condurre conversazioni sempre veritiere, sostenendo uno sviluppo sessuale libero e sano anche per chi prenderà strade diverse dalle vostre.
6) Formate uno spazio sicuro
Rispondere a tutte le curiosità di lə bambinə con uno stato d’animo positivo, promuoverà la formazione di un rapporto di reciproca fiducia e sicurezza. Diventerete così un punto di riferimento nella quotidianità delle esperienze affettivo-emotive, rendendo più semplice l’avvio di conversazioni importanti anche in momenti di difficoltà o pericolo. Vi consigliamo, inoltre, di presentare i servizi utili presenti nella comunità (il personale medico, il consultorio, lo spazio giovani, etc) che contribuiscono al raggiungimento e alla salvaguardia del pieno potenziale umano.
Vi ricordiamo che avete libera scelta nel dosare e insaporire i nostri ingredienti come meglio credete: l’importante è rimanere calmi, accettare gli imprevisti e divertirsi!
Alice De Candia e Paola Bortoletto sono le fondatrici di “Tabù e marmellata”: un progetto creativo nato dalla volontà di avvicinare l’Educazione Sessuale Comprensiva al mondo dell’infanzia. Entrambe laureate in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università di Udine, hanno deciso di conciliare la propria professione di insegnanti con l’interesse per tematiche affettivo-sessuali (ancora considerate tabù nel mondo della scuola!). Nel Febbraio 2021, aprono la pagina “Tabù e marmellata” su Instagram e iniziano a collaborare con enti privati per la proposta di percorsi di Educazione Sessuale Comprensiva nell’età prescolare e di prima scolarità.
Cose belle che abbiamo letto in giro
Il 65% delle donne in Kenya non può permettersi di comprare prodotti come gli assorbenti, rischiando l’emarginazione e aumentando la possibilità per le bambine di non riuscire a frequentare con regolarità la scuola. Una campagna di raccolta fondi organizzata da Alice For Children mira proprio ad aiutare tutte quelle persone colpite dalla period poverty nel Paese. Potete contribuire con una donazione o seguire la diretta che faremo insieme alle loro referenti questa sera alle 17.30 sul profilo IG di Senza rossetto.
Se amate Fran Lebowitz non potete perdervi questo libro.
La discriminazione della comunità LGBTQ+ non è un’opinione. E l’approvazione del Ddl Zan è fondamentale, ma non basta.
Si può avere una menopausa «femminista»?
La sottorappresentazione delle donne nei media, al di là di ciò che è successo a Propaganda Live.
Di cosa ci parla l’influenza del canone occidentale nella scelta di modificare il proprio aspetto.
La fatica di essere madre.
Tre femministe stanno cambiando l’Argentina da dentro.
Una riflessione su come il linguaggio può plasmare il nostro mondo.
Perché è meglio non chiamare più le bambine «principesse».
L’Italia è un Paese dove le donne sono chiamate solo per fare numero?
Un libro che raccoglie la prima storia completa delle sessualità e delle identità LGBTQ+ in Occidente dal XVIII secolo a oggi.
Se siete a Torino, sabato 5 giugno saremo ospiti di Archivissima: dialogheremo con la fotografa Paola Agosti.
A presto,
Vuoi darci una mano?
Senza rossetto è un progetto a budget zero. Tutto il lavoro dietro al nostro podcast e a questa newsletter è volontario e non retribuito, ma è un lavoro che richiede molte forze e anche qualche soldo. Se vuoi aiutarci a sostenere le spese di produzione, incoraggiarci o anche solo offrirci una caffè puoi farlo attraverso PayPal usando la mail senzarossetto@querty.it, oppure puoi impostare una donazione ricorrente sul nostro profilo Patreon. Ogni aiuto sarà per noi prezioso, quindi grazie!
Seguici!
Il nostro sito è senzarossettopodcast.it, ma ci trovi anche su Querty.it, Facebook, Instagram e Twitter.
Se invece hai idee da proporci, suggerimenti da darci, segnalazioni da fare (anche queste, per noi, sono importanti) scrivici all'indirizzo senzarossetto@querty.it. E se questa newsletter ti è piaciuta, girala ai tuoi amici!