A otto mesi di distanza dalla morte di Elisabetta II, Carlo e Camilla domani saranno incoronati come nuovi re e regina del Regno Unito. Un evento di enorme portata, seguito in diretta tv da milioni di persone collegate da tutto il mondo.
Nonostante la famiglia reale inglese, e la Monarchia in generale, sia ritenuta da molti un elemento ormai anacronistico, pieno di retaggi culturali del passato e non esente da razzismo e misoginia, la fame di notizie sui suoi membri non si è mai placata. Anzi: si tratta di una lunghissima soap opera che appassiona e fa discutere, che muove soldi ed emozioni.
Per questo motivo, abbiamo voluto dedicare questa newsletter a un’occasione che è comunque storica, concentrandoci su una donna che ne sarà protagonista, ma che è stata per larga parte della sua vita odiata e criticata: Camilla Parker Bowles. Abbiamo chiesto a una che di reali ne sa parecchio, la giornalista di Vanity Fair Stefania Saltalamacchia, di raccontarci gioie e dolori di questa 75enne che si appresta a diventare regnante.
Buona lettura!
Camilla Parker Bowles durante un evento pubblico
Meno ne parli, prima passa: ritratto di Camilla Parker Bowles
di Stefania Saltalamacchia
Diciamolo subito: odiare Camilla (Parker Bowles, a voler usare il suo cognome più conosciuto) è sempre stato facilissimo. Da un lato c’era Diana, la principessa che soffriva, dall’altro lei, l’amante, la sfasciafamiglie. Sono più di quarant'anni che Camilla, si prende qualsiasi tipo d’insulto. Per dare l’idea: quando il suo personaggio ha debuttato in The Crown il suo vero account ufficiale è stato travolto da più di 10 mila offese in pochi minuti. E c’è stato persino un tempo in cui nell’immaginario comune veniva equiparata ai «cattivi» della Disney, tra Crudelia De Mon e Ursula.
Chi scrive, siamo sinceri, è sempre stata più vicina alle ragioni di Diana, ma c’è almeno una cosa che non può non esserle universalmente riconosciuta: Camilla si è arresa di rado, e quando l’ha fatto non è mai stato fino in fondo. Rottweiler, così si dice l'avesse soprannominata Lady Diana ai tempi in cui era lei era moglie di Carlo, e Camilla ne era l'amante. Con questa motivazione: «Perché assomiglia a un cane e perché una volta che ha messo i denti su qualcuno non lo lascerà mai andare».
Camilla Shand, questo il suo cognome da ragazza, a riavvolgere il nastro non ne ha sbagliata una (non considerando «la colpa» originale) arrivando dove nemmeno lei stessa avrebbe mai immaginato. Il 6 maggio, al fianco di Carlo, diventa regina. E non solo regina consorte ma regina e basta.
Innegabilmente Camilla ha giocato bene le sue carte, senza mai cedere al vittimismo e senza sentire il bisogno di giustificarsi. Solo una volta, pochi anni fa, si è lasciata andare a uno sfogo pubblico: «Sono stata esaminata per così tanto tempo che dovevo trovare un modo per conviverci. Sono andata avanti, alla fine si supera tutto e si va avanti. Si deve continuare a vivere». Fine.
Del resto, a sposare la donna sbagliata era stato Carlo non lei. Come era sempre di Carlo il «matrimonio troppo affollato». Ma se è vero che lui è sempre stato innamorato di Camilla è altrettanto vero che non avrebbe mai potuto amare Diana. O una o l’altra. Diana e Camilla non potevano essere più diverse. Camilla è cresciuta vicino Brighton, circondata da cani e cavalli. Suo padre, ex ufficiale militare, era appassionato di caccia alla volpe mentre sua madre Rosalind era appassionata di giardinaggio. Camilla è la quintessenza del nobile proprietario terriero britannico di campagna. Prima di diventare compagna ufficiale del futuro re, non si è mai interessata particolarmente del suo abbigliamento, del trucco o dei capelli. Camilla, si dice, sia divertente e sia quella - anche oggi - sempre pronta a passare a Carlo un gin tonic.
A voler ripercorrere la storia, Carlo e Camilla si sono conosciuti agli inizi degli anni ‘70. Questa la prima cosa che lei chiese al principe: «Sapevi che la mia trisnonna e il tuo trisnonno erano amanti? Che te ne pare?». Colpo di fulmine. La famiglia reale si mette in mezzo: è «inadeguata», non adatta, troppo grande e troppo «esperta». Per dividerli, Carlo finisce su una nave per oltre otto mesi. Gli ostacoli sono troppi, Camilla sposa un altro, Andrew Parker Bowles, militare, influente a corte, noto per essere un infedele. Ed ex fidanzatino della principessa Anna, quindi vicino al punto giusto alla royal family. Il resto ce l’hanno già raccontato in troppi: la giovanissima Diana, perfetta sulla carta, che in in quattro e quattr'otto diventa moglie dell’erede al trono. Sa che lui ama un’altra, ma è troppo tardi per tirarsi indietro. Come lo stesso Carlo sa che sta sbagliando, ma non ha il carattere di opporsi a Elisabetta II.
Camilla invece resta, non si allontana. Il triangolo va avanti per un bel po’, moltiplicando infelicità, insoddisfazione e scandali. Carlo d’Inghilterra passerà alla storia (anche) per la peggiore intercettazione del Novecento. «Voglio essere il tuo Tampax», il contenuto di una sua conversazione con Camilla datata 1989 e finita sui giornali di mezzo mondo. In quegli anni se Diana la chiama «rottweiler», la regina Elisabetta non ci va più leggera: «Quella donna malvagia». Il matrimonio Carlo-Diana, ovviamente, crolla come un castello di carte. La principessa va in tv e Camilla guadagna un altro soprannome: «La donna che ha condannato Diana all’infelicità». Ancora una volta resiste. Nel 1994, dopo i rispettivi divorzi, il principe Carlo definisce il suo rapporto con Camilla «non negoziabile». Ma «Gladys» e «Fred», come si sono sempre chiamati tra di loro, devono aspettare il 2005 per sposarsi. Con la regina che non va alla cerimonia civile e che per la festa si veste di bianco. Camilla diventa duchessa di Cornovaglia. E da lì in poi inizia «un’operazione di riabilitazione» pubblica nella quale, apparentemente, nemmeno lei stessa aveva mai osato sperare. La sua filosofia di vita, ha raccontato tempo fa al Sunday Times un’amica di vecchia data, la marchesa di Lansdowne, è «meno ne parli, prima passa». Passare è passata, ma ce n'è voluto di tempo, aggiungiamo noi.
La regina Camilla oggi non è la più amata, ma non è nemmeno odiata. Del resto, a diventare ufficialmente sovrani oggi è una coppia di 74enni in una nazione che dai tempi di Elisabetta è cambiata anni luce. A gran parte dei giovani britannici la monarchia fa l’effetto di «una puntata dei Kardashian» e ad appassionare sono semmai le vicende dei più giovani: Harry, Kate Middleton e via dicendo. Intanto, Carlo e Camilla sono sul trono e, soprattutto, stanno ancora insieme. L’essenza del loro rapporto sta, forse, in queste frasi private, anche queste finite sui giornali. Inizia Camilla: «Non essere sciocco, amarti è più facile che cadere da una sedia». «Amore, hai sopportato tante bassezze, torture e calunnie», la risposta di lui. «Per te sono capace di sopportare qualsiasi cosa. Questo è l’amore». Il loro, almeno.
Camilla ha scelto bene le cause in cui impegnarsi. Ha lasciato a Kate Middleton la cura dell’infanzia, dedicandosi agli anziani ma non solo. Ha parlato appassionatamente di violenza domestica e sessuale contro le donne, raccontando esperienze capitate a «persone amiche, perché nessuno può sapere davvero cosa succede una volta chiusa la porta di casa» e ribadendo l’importanza di coinvolgere «gli uomini nella lotta alla violenza di genere». E sostiene le battaglie per l’ambiente promosse dal marito. Non ama i riflettori, anche oggi che potrebbe averli.
A trasformare definitivamente la monarchia britannica, si dice, saranno William e Kate. Carlo e Camilla, invece, sono quelli «di passaggio». Quelli che dovranno resistere di fronte alla crisi. Camilla sa farlo bene. Da sempre imperturbabile di fronte alle critiche, sa voltare pagina senza farne un dramma. Ma allo stesso tempo non si è mai tirata indietro. In più, pare proprio sia simpatica.
Se nessuno o quasi ha mai tifato per lei, forse è arrivato il momento di iniziare a farlo.
Stefania Saltalamacchia è Entertainment editor di Vanity Fair e ha un podcast che si chiama Segreti reali. Ha un debole per le piccole isole, Bob Dylan e i film in costume.
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