Ottobre è il mese internazionale della prevenzione contro il tumore al seno. Secondo la Lega italiana per la lotta contro i tumori, in Italia si stima che ci siano più di 50.000 nuovi casi ogni anno. Significa che in 12 mesi a una donna ogni nove viene diagnosticato il cancro.
Sempre secondo LILT, questi tumori rappresentano il 30% dei tumori maligni che colpiscono il sesso femminile e, se è vero che circa il 5% ha carattere ereditario e la mortalità è in calo grazie alla ricerca, lo strumento migliore di cui disponiamo in questo momento per sconfiggerli è la diagnosi precoce.
Le iniziative che verranno fatte a livello internazionale a partire da oggi e in vista del 19 ottobre, (che è la vera e propria Giornata mondiale contro il cancro al seno, riconosciuta e istituita dall’OMS) sono tantissime. Raccolte fondi per la ricerca, iniziative di sensibilizzazione sul tema, incontri informativi e molto molto altro.
Sul territorio italiano, vi segnaliamo sicuramente l’attività di LILT e Komen Italia, che hanno un fittissimo programma di appuntamenti. Ma ci sono anche progetti più piccoli e altrettanto validi che potete sostenere per aiutare la ricerca o per dare una mano concreta alle donne che hanno ricevuto una diagnosi di cancro alla mammella. Un’idea, per esempio, è quella di donare i capelli per la realizzazione di parrucche destinate alle malate oncologiche. Con una rapida ricerca su Google potete trovare il progetto più vicino a voi per donare.
Oppure in passato vi avevamo già segnalato il progetto Feeling Nova, che sta lavorando per realizzare Wabi-sabi, la prima linea di intimo interamente pensata e realizzata per le donne che hanno subito un intervento di asportazione del seno. Seguiteli!
Nel frattempo, nella newsletter di oggi inauguriamo anche noi l’Ottobre rosa con un’intervista a Ilena Ilardo, editor e direttrice della rivista Megazinne, a cui ha dato vita insieme alla graphic designer Giulia Vigna nel 2020.
Megazinne è una rivista che, come dice il nome, parla di tette. In particolare parla di tette nella cultura pop, attraverso contributi, articoli di approfondimento, vignette, fotografie e illustrazioni. L’obiettivo è quello di riflettere sulla percezione del corpo femminile, oltre i tabù e gli stereotipi, e anche raccogliere fondi a scopo benefico.
Un dettaglio di Megazinne
Megazinne, le tette nella cultura pop
Intervista a Ilena Ilardo
Come nasce Megazinne e come costruite la rivista?
Megazinne nasce durante il primo lockdown dalla passione di Ilena e Giulia per le tette e le questioni di genere. L'idea è quella di parlare di corpo femminile nella cultura pop da un punto di vista non tradizionale, collaborando con artisti e scrittori emergenti. Il corpo femminile è solitamente legato a un'immagine ipersessualizzata dai media, e l'obiettivo è quello di riappropriarsi del proprio corpo - e delle proprie tette.
Come mai avete scelto di legarvi sempre a un'iniziativa benefica? Continuerete a farlo?
L'obiettivo del mag è stato fin da subito quello di raccogliere fondi per associazioni benefiche. Con il primo numero abbiamo raccolto fondi per LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori), con il secondo per D.I.Re, un'associazione che raccoglie più di 80 centri antiviolenza in tutta Italia, e il terzo raccoglierà fondi per Aidos, che lavora per i diritti, la dignità e la libertà di scelta di donne e ragazze nel mondo.
Le tette sono una parte del corpo femminile che siamo abituati a vedere ovunque e con diversi significati: da un lato c’è la mercificazione del corpo, ma anche la loro esibizione per la rivendicazione dei diritti delle donne o il loro simbolismo nel racconto della maternità, per esempio. Voi come avete trovato un nuovo modo di raccontarle?
Le tette vengono spesso utilizzate come campo di battaglia per trattare di questioni che spesso hanno poco a che fare con il corpo femminile di per sé e più con ideologie politiche, religiose o economiche. Noi abbiamo voluto raccontarle dalla prospettiva del corpo, per ripartire dalle basi - con il primo numero parlandone più letteralmente, trattando temi come porno e restrizioni religiose; con il secondo numero invece abbiamo spaziato nelle questioni di genere lasciando al tema una più libera interpretazione.
Tette e social network: come affrontate il problema della censura online e soprattutto perché secondo voi ancora oggi c'è così tanto pudore sulle tette?
Lo affrontiamo rischiando che ci venga chiusa la pagina Instagram a ogni post! La motivazione ufficiale della maggior parte dei social è che le linee guida devono essere valide in tutti i Paesi e quindi in alcuni i capezzoli femminili sono reputati offensivi; noi pensiamo invece che ci si stia nascondendo dietro a un dito e che la censura delle tette è l'ennesima dimostrazione di una cultura retrograda che colpevolizza il corpo femminile solo per il fatto di esistere.
Quando esce il prossimo numero? Ci puoi dare qualche anticipazione?
Il terzo numero uscirà a ottobre e sarà diviso in quattro macrosezioni: tette e fantascienza, tette e lavoro, tette e salute e cultura pop. La sezione di tette e lavoro avrà un focus sul divario retributivo di genere e i diritti delle sex worker, con interviste e articoli di alcune 'personagge' molto importanti…
Ci segnali un po’ di artisti/e o fotografi/e che hanno collaborato con voi e che dovremmo seguire?
Certo!
Megazinne è un magazine che prova a dare una prospettiva nuova sul corpo delle donne, sempre legato a un’immagine mercificata, sessualizzata e sessualizzante. La rivista parla del seno nella cultura pop e nelle rappresentazioni mediali con l’obiettivo di sradicare ogni forma di pregiudizio e preconcetto nei confronti del corpo delle donne.
Cose belle che abbiamo letto in giro
Una ricercatrice italiana sta studiando la vera storia delle donne della Divina Commedia.
Giulia Blasi su Valigia Blu parla della sessuofobia delle destre e di quanto avremmo bisogno di una vera educazione sessuale nelle scuole.
Il contributo di neuroscienze e studi sociali al dibattito sulle disparità di genere.
Per rispondere alla violenza patriarcale bisogna analizzare l’intersezione tra le varie forme di discriminazione. Perché il femminismo non è bianco, come racconta Djarah Kan.
Sesso, potere e umiliazione: otto lezioni che le donne hanno imparato dallo scandalo Lewinsky.
Post-punk, anarco-femminista, transfemminista: Apocalypse Baby, romanzo del 2010, di Virginie Despentes arriva in libreria.
Nadeesha Uyangoda dialoga con Ghali su nuove generazioni, italiani e radici.
Una ricerca sulla disparità di genere nei dibattiti mostra come le donne siano consapevoli di essere meno rappresentate degli uomini.
La disobbedienza civile come scelta di vita: Carola Rackete su Domani ripercorre le sue ragioni e le sue lotte.
Siamo modellati dai nostri desideri sessuali? Ciò che vogliamo può essere socialmente più condizionato di quanto pensiamo.
Dal 14 al 18 ottobre torna il Salone del Libro di Torino. Qui il programma di tutti gli eventi (e se siete in giro per la città in quei giorni scriveteci, ci saremo anche noi!).
A presto,
Vuoi darci una mano?
Senza rossetto è un progetto a budget zero. Tutto il lavoro dietro al nostro podcast e a questa newsletter è volontario e non retribuito, ma è un lavoro che richiede molte forze e anche qualche soldo. Se vuoi aiutarci a sostenere le spese di produzione, incoraggiarci o anche solo offrirci una caffè puoi farlo attraverso PayPal usando la mail senzarossetto@querty.it, oppure puoi impostare una donazione ricorrente sul nostro profilo Patreon. Ogni aiuto sarà per noi prezioso, quindi grazie!
Seguici!
Il nostro sito è senzarossettopodcast.it, ma ci trovi anche su Querty.it, Facebook, Instagram e Twitter.
Se invece hai idee da proporci, suggerimenti da darci, segnalazioni da fare (anche queste, per noi, sono importanti) scrivici all'indirizzo senzarossetto@querty.it. E se questa newsletter ti è piaciuta, girala ai tuoi amici!
Tette!
Sarebbe bello dare spazio alle attiviste che si pongono in maniera critica nei confronti del pinkwashing ottobrino, come Le Amazzoni Furiose (http://amazzonefuriosa.blogspot.com/p/susan-g-komen-for-cure-continuano-i.html) e Oltre il nastro rosa (https://www.facebook.com/oltreilnastrorosa).
Sarebbe bello dare spazio alle attiviste che si pongono in maniera critica nei confronti del pinkwashing ottobrino, come Le Amazzoni Furiose (http://amazzonefuriosa.blogspot.com/p/susan-g-komen-for-cure-continuano-i.html) e Oltre il nastro rosa (https://www.facebook.com/oltreilnastrorosa).